AI e GenAI nel contesto aziendale italiano e globale
L'impatto dell'AI e della GenAI nel contesto aziendale italiano e globale
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) e la generative AI (GenAI) hanno mostrato un impatto trasformativo sul mondo aziendale.
La fiducia dei CEO italiani verso queste tecnologie è cresciuta sensibilmente rispetto agli anni precedenti, come evidenziato dalla PwC Global & Italian CEO Survey 2025.
Crescente fiducia dei CEO italiani nell'AI
Secondo il report, il 60% dei CEO italiani crede che gli investimenti in AI aumenteranno la redditività aziendale già quest’anno, contro il 49% dei loro colleghi a livello globale. Inoltre, solo l’1,6% dei CEO italiani dichiara di non fidarsi dell’integrazione dell’AI nei processi aziendali, rispetto al 5% globale. Questo rappresenta un notevole cambiamento rispetto agli anni passati, quando il 19% dei CEO italiani considerava l'AI un fattore di aumento del rischio per la sicurezza aziendale.
In termini di miglioramento dell'efficienza operativa, oltre il 40% dei CEO italiani ha osservato miglioramenti nell'efficienza propria e dei dipendenti negli ultimi 12 mesi, sebbene il dato sia leggermente inferiore alla media globale del 50%.
Impatto su redditività e fatturato
Per quanto riguarda la redditività, il 26% delle aziende italiane ha registrato un miglioramento grazie all’adozione dell’AI, rispetto al 34% globale. In termini di incremento del fatturato, il 30% delle imprese italiane ha segnalato un aumento, contro il 32% globale. Questi dati indicano che, pur essendo l’Italia leggermente indietro rispetto alla media globale, esiste un trend positivo di crescita legato all’uso di tecnologie AI.
Cambiamenti nella forza lavoro
Un altro tema chiave riguarda l'impatto dell'AI e della GenAI sulla forza lavoro. Il 17% dei CIO globali e il 13% dei CIO italiani hanno riportato un aumento dell’organico grazie all’introduzione di queste tecnologie, sfatando la preoccupazione diffusa secondo cui l'AI porterebbe a una riduzione massiccia dei posti di lavoro.
Solo l'11% dei CEO italiani ha registrato una riduzione dell’organico negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, la maggioranza delle aziende (65%) non ha sperimentato cambiamenti significativi nella propria forza lavoro, mentre il 18% ha osservato un incremento.
Integrazione futura dell’AI
La ricerca di PwC rivela che l’integrazione dell’AI e della GenAI nei processi aziendali è una priorità per quasi la metà dei CEO a livello globale (47%) e per il 61% dei CEO italiani. Tuttavia, lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi o la ridefinizione delle strategie di business attraverso l’AI sono considerati meno urgenti.
Un aspetto critico riguarda lo sviluppo delle competenze del personale: solo un terzo dei CEO globali sta pianificando di utilizzare l'AI per la crescita della forza lavoro. Questo suggerisce che molte aziende non stanno ancora investendo sufficientemente in formazione e riqualificazione per prepararsi a un futuro più automatizzato.
Ostacoli e opportunità per i CEO
Il report PwC mette in evidenza alcuni ostacoli chiave alla trasformazione digitale: processi decisionali deboli, mancanza di riallocazione delle risorse e disallineamento tra la durata dei mandati dei CEO e l’orizzonte temporale necessario per attuare cambiamenti significativi.
I CEO sono invitati a ripensare i modelli di business, la gestione delle operation e l'uso delle tecnologie, inclusi i flussi di lavoro e le piattaforme tecnologiche. Inoltre, devono considerare i cambiamenti geopolitici, la transizione ecologica e il gap di competenze come fattori critici per il successo futuro.
L’adozione dell’AI e della GenAI sta già trasformando il panorama aziendale, con segnali di miglioramento in termini di efficienza, redditività e gestione della forza lavoro. Tuttavia, per massimizzare il potenziale di queste tecnologie, è cruciale che i CEO adottino strategie lungimiranti, investano in competenze e superino le barriere organizzative.
Il futuro è promettente, ma richiede una leadership visionaria e una forte capacità di adattamento per cogliere appieno le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.